LA SCUOLA    DALMATA

Dal Medioevo

al giorno d’oggi

TRA PASSATO E   

      PRESENTE

LA SCUOLA    DALMATA

Dal Medioevo al giorno d’oggi

TRA PASSATO E   

      PRESENTE

Un lungo percorso a cavallo tra i secoli

 

Le Scuole sono un’antica istituzione veneziana; si tratta di confraternite laiche, alcune presenti a Venezia già dal IX secolo. Per oltre settecento anni esse furono parte fondamentale dell’organizzazione sociale, politica, economica e religiosa della Serenissima.

All’inizio del XVI secolo si contavano più di 200 Scuole ; le “scuole di mestiere”, vere e proprie corporazioni avevano un ruolo importante nella tutela e nello sviluppo delle arti e dei mestieri (lanaioli, calzolai, orefici, marinai, fabbri ecc.); accanto a queste nacquero le Scuole di Devozione e le Scuole di Nazione (Greci, Albanesi, Lucchesi, Milanesi). Tra queste ultime va annoverata la Scuola Dalmata. Che la costa dalmata fosse di vitale interesse per la Serenissima, lo testimoniano anche le carte geografiche dell’ epoca che definiscono come Golfo di Venezia l’intero Mare Adriatico.

E’ il 24 marzo del 1451 che, su istanza dei Dalmati residenti in città e con Decreto del Consiglio dei Dieci, viene fondata la Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Trifone, retta ancora oggi da un Guardian Grande e da un Consiglio di Cancelleria.

La Scuola fu il cenacolo dei Dalmati, che per ragioni di lavoro o culturali risiedevano a Venezia o intrattenevano frequenti rapporti con la città: si trattava di marinai, operai, artigiani, commercianti, armatori, uomini di cultura, che per varie ragioni frequentavano la città di Venezia e sentivano la necessità di avere in essa un riferimento non solo anagrafico, ma anche un luogo con una propria chiesa, dove custodire le reliquie dei santi protettori, nella quale celebrare un matrimonio o un funerale, dove godere di assistenza morale, economica o semplicemente seguire da vicino i propri affari.

Se è vero che nasce come Scuola della Nazione Dalmata, è altresì evidente che la commistione culturale, politica ed economica dei Dalmati con Venezia fece in modo che essi, inseriti nella Repubblica della “Serenissima”, considerassero questa la loro patria e per il benessere di questa si spendessero.

Coronelli - Carta dell’Adriatico

La storia della Dalmazia e di Zara, sua capitale, per secoli si è quindi sviluppata e si è intersecata con quella di Venezia e dell’Italia. In effetti la Dalmazia ha rappresentato una sicura difesa contro l’espansionismo ottomano che minacciava la stessa Europa. È noto a tutti che le città italiche della costa orientale adriatica guardavano a Venezia come alla Signora dell’Adriatico ed in cambio della sua protezione fornivano soldati all’Esercito e alla Marina della Serenissima, ma pochi sanno che in battaglia la difesa del Gonfalone di S. Marco issato sulla nave ammiraglia, era affidata all’ardimento ed al valore dei marinai dalmati di Perasto, cittadina situata nelle Bocche di Cattaro, oggi in Montenegro. Nel 1806 Napoleone ordinò la soppressione dei conventi e di tutte le Scuole veneziane, che cessarono così in gran parte di svolgere la loro secolare funzione. Tuttavia questa imposizione non colpì la Scuola di San Rocco e la Scuola Dalmata: la prima godette forse dell’egida di San Rocco, Santo francese di Montpellier; la seconda, ebbe dalla sua il fatto che i Francesi dimostrarono una particolare attenzione per la Dalmazia.

Perasto - Bocche di Cattaro
Porta Terraferma - Zara
Porta Terraferma - Zara
La Cattedrale - Sebenico

Una fortunata peculiarità della Scuola Dalmata degli Schiavoni è dunque quella di essere sopravvissuta alla caduta della Repubblica di Venezia, che, con Napoleone, come abbiamo detto poco sopra, aveva comportato l’abolizione di tutte le Scuole e l’avocazione dei loro patrimoni, comprese le opere d’arte. Per questo, visitandola, ci si trova in uno degli interni meglio conservati ed autentici di Venezia, e la raffinata semplicità della casa veneziana del Rinascimento conferisce un fascino ancora maggiore ai teleri realizzati da Vittore Carpaccio tra il 1502 e il 1510, che costituiscono il grande motivo d’interesse della Scuola. Non è un caso che John Ruskin, nella sua lunga ricerca di atmosfere perdute, sia rimasto particolarmente affascinato dalla Scuola Dalmata e dal Carpaccio e vi abbia dedicato alcune delle sue pagine più entusiaste.

Nel 1848 i Dalmati residenti o presenti in città parteciparono attivamente alla difesa di Venezia contro gli Austriaci; tra i tanti troviamo Niccolò Tommaseo di Sebenico, uno dei padri della lingua italiana


Nella sacrestia della Chiesa della Scuola è esposta una lapide che elenca i nomi di coloro che parteciparono in armi alla difesa della città.

Alla fine della seconda guerra mondiale, in seguito alla sconfitta dell’Italia e l’affermarsi del regime jugoslavo di Tito, migliaia di dalmati di lingua e cultura italiana furono purtroppo costretti ad abbandonare la loro terra e non pochi trovarono accoglienza a Venezia, in quella che per loro era l’antica patria veneta e italiana.

La Scuola Dalmata assieme alle altre quattro Scuole Grandi ancora presenti a Venezia vuole valorizzare quel grande patrimonio artistico che ci è stato affidato dalle generazioni passate ma vuole altresì farsi carico di tutti quei valori storici e morali che l’hanno contraddistinta nei suoi seicento anni di storia.

Stemma della Dalmazia
Vessillo raffigurante San Giorgio e il drago - Scuola Dalmata
Antico gonfalone
Antica navicella portaincenso
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